Ad illustrare i risultato dello studio le ricercatrici Sara Carallo e Francesca Impei di UniRomaTre, presso la chiesa di Sant'Emidio, che ospiterà una mostra dedicata al tema della transumanza fino al 27 giugno.
A cura di Agenzia Eventi - www.agenziaeventi.org
Sabato 15 giugno, la bellissima e antica chiesa di Sant'Emidio, uno dei luoghi più suggestivi di Cervara di Roma, ha ospitato l'evento “Transumanze nel Lazio: il caso dei Monti Simbruini”, la presentazione di un progetto di ricerca della Società Geografica Italiana iniziato nel 2021 nell'ambito del Programma di Cooperazione Transnazionale di Sviluppo Rurale Integrato “Terre Rurali d’Europa” e finanziato dalla Regione Lazio. Si tratta di uno studio approfondito atto a ricostruire i percorsi agropastorali nel Lazio, individuando le principali direttrici della transumanza, l'antichissima pratica di che consisteva nello spostarsi con le mandrie in primavera avanzata verso i pascoli in alpeggio (monticazione) ed in autunno il ritorno (demonticazione), le cui origini si perdono nella notte dei tempi. Il motivo fondamentale di tale pratica, tipica delle aree montane, era dettato dalle semplici leggi dell’economia contadina: portare gli animali a pascolare in montagna, così da poter trasformare tutta l’erba estiva in fieno per l’inverno. Inserita nella Lista dei Patrimoni Immateriali dell'Umanità dall'UNESCO, nel 2019, la pratica della transumanza e tutto quello che la riguarda, a cominciare dai tratturi, ovvero i percorsi tipici che venivano fatti periodicamente dai pastori, vive un momento di grande interesse dal punto di vista culturale ma anche turistico. Negli ultimi anni molte comunità e organizzazioni si sono impegnate nella conservazione e nella promozione di questa tradizione millenaria. Eventi, mostre, conferenze e percorsi tematici sono stati organizzati per sensibilizzare il pubblico sull’importanza storica e culturale della transumanza, parte essenziale della cultura rurale e della relazione tra l’uomo e l’ambiente naturale. Ė in questo ambito che si inserisce il progetto presentato a Cervara di Roma, su suggerimento del direttore del Museo Transumanti e Pitturi di Cervara dott. Francesco Moschetto e dalle due ricercatrici dell'Università Roma Tre e della Società Geografica Italiana, Francesca Impei e Sara Carallo, che attraverso il loro lavoro hanno ricostruito i percorsi agro-pastorali attraverso le principali direttrici, due delle quali riguardano i territori interni della Valle di Comino e dei Monti Simbruini, che interessano il borgo di Cervara di Roma. “Il nostro studio è partito dalle fonti storiche, dalla cartografia, dai documenti, ma ha coinvolto anche le comunità locali. Gran parte della nostra ricerca si è svolta sul campo a contatto con pastori ed ex pastori che hanno avuto in qualche modo a che fare con la transumanza - spiega la dott.ssa Sara Corallo - c'era un'esigenza della Regione Lazio, che non è stata inserita nella Carta della Reintegra, quella carta che, alla fine degli Anni '50, come è stato fatto per regioni quali Puglia o Abruzzo, censisce tutti quei percorsi che erano e che sono ancora oggi dei tratturi, e di conseguenza tutto il patrimonio storico, culturale e naturalistico ad essi collegati. C'era un vuoto storiografico su questa pratica nella nostra regione che andava colmato, da qui è nata l'esigenza di questo studio approfondito sulla pratica della transumanza nel Lazio”. Le ricercatrici Francesca Impei e Sara Carallo hanno spiegato, nel corso dell'illustrazione del progetto, come abbiano prima individuato attraverso la cartografia storica la rete dei tratturi primari e di tutti i percorsi di transumanza attigui alle direttrici principali (sentieri, mulattiere, tratturelli che venivano percorsi per raggiungere i tratturi), e come poi si siano spostate direttamente sui luoghi individuati dando vita nelle interviste alle memorie storiche dei vari borghi e comuni montani, degli anziani e dei pastori che prendevano parte a questa pratica e che hanno potuto arricchire di preziose informazioni il lavoro delle due studiose. Ciò che ne è venuto fuori è un mondo incredibile, fatto di racconti, poesie, canti tipici, usanze, tradizioni, immortalati anche da fotografie o dipinti che sono stati raccolti ed inseriti nella ricerca. Un elemento particolarmente affascinante è stata la scoperta di siti quali arenili, chiesette rupestri, fontanili, eremi, santuari, resti di quelle che erano antiche osterie e ricoveri, documentati sin dal XIII secolo come luoghi di sosta delle mandrie e dei pastori. Tra i tanti protagonisti di questa ricerca c’è anche Orazio, una delle memorie storiche di Cervara, pastore per tutta la sua vita, persona amata e stimata da tutti, che intervistata da Francesca Impei ha avuto modo di raccontare i suoi ricordi della transumanza nel corso dell'incontro. “Per ogni area di studio individuata - spiega la dott.ssa Impei - abbiamo voluto dare un inquadramento territoriale che riguardasse tanto l'aspetto demografico, quanto quello socio-economico. I Monti Simbruini, come tutte le aree interne hanno vissuto la stessa storia di calo demografico dal secondo dopoguerra, con la fine dell'economia prevalentemente contadina in Italia, l'inizio dell'era dell'industrializzazione e il successivo avvento del terziario. Questo spopolamento ha portato al declino della zootecnia nell'area; attualmente esperienze di aziende zootecniche rilevanti sono presenti solo nel comune di Trevi Nel Lazio; il valore economico della transumanza, una volta venuto meno ha portato un conseguente crollo demografico nelle aree interessate”.
L'evento di presentazione dello studio ha fatto da prologo anche all'apertura di “Transumanze nel Lazio”, una mostra di immagini storiche sulla transumanza nei Monti Simbruini, visitabile fino al 27 giugno presso la Chiesa di Sant'Emidio. “Ci tenevo in particolare che fosse questa bellissima chiesa a ospitare la mostra - ha dichiarato la Consigliera con delega alla Cultura del comune di Cervara, Maria Antonietta Orlandi - si tratta di un luogo sempre chiuso che andrebbe riscoperto come spazio museale e che potrebbe rappresentare per Cervara un nuovo polo di attrazione e di interesse. Questo è un punto di passaggio per chi fa passeggiate la sera o per il turista che arriva, e che può dare perciò a questo luogo un momento culturale di grande spessore: un modo ulteriore per scoprire Cervara”.
Già da alcuni giorni è possibile visitare anche la mostra sul backstage del cortometraggio “Rosa Nera”, facente parte del progetto “il viaggio dell'artista” del Maestro Antonio Proietti e centrato sulla figura di Rosa Nera, musa ispiratrice del pittore Ernest Hébert, attraverso cui l’artista mette in risalto la cupezza di un'anima tormentata da un trauma troppo grande, che la seguirà per tutta la vita. Un volto, quello di Rosa Nera, che ha reso celebre Cervara nel mondo. Il filmato, già proiettato in occasione dell'inaugurazione del sentiero naturalistico che dalla Fonte Munistriglio porta a Santa Maria della Portella, è stato riproposto anche al termine dell'evento di sabato.